23 novembre 2012
12 novembre 2012
Morsi di donnole
A
fine anni 60, l’epoca in cui fu contattato da Frank Zappa, l’artista Neon Park
realizzava poster art col collettivo dei Family Dog di San Francisco.
Zappa lo
scelse dopo aver visto le sue illustrazioni per i dischi della band underground
Dancing Food e gli mostrò il disegno di copertina del numero di settembre del
1956 di Man’s Life, dove un uomo nudo veniva assalito e morso da un branco di
donnole che gli strappavano la carne.
E il titolo dell’articolo era proprio
Weasel Ripped My Flesh.
Gli domandò «riesci
a fare qualcosa di peggio?»
Park
recuperò un tipico personaggio rassicurante anni 50 dalla pubblicità del rasoio
elettrico Schick 20 di un numero di Life.
Ma il suo borghese americano-medio
elegante e imbrillantinato al posto del rasoio ha in mano una donnola che gli
fende la carne, lasciandolo impassibile e sorridente.
Malgrado i colori accesi
rendano l’immagine pop velando i toni splatter e goliardi, la Warner Bros. la
reputò di cattivo gusto e pubblicò in Europa e in ristampa altre cover.
Invece
il chitarrista George Lowell, che partecipò a molte registrazioni del disco
come membro “passeggero” dei Mothers, apprezzò a tal punto il disegno che
chiese poi a Park varie copertine per i dischi della sua band, i Little Feat.
Weasels Ripped My Flesh è un disco uscito nel 1970 che raccoglie brani inediti e live delle Mothers raccolti da Frank Zappa negli anni tra il 1967 e il 1969, tra cui esperimenti rumorosi e disturbanti come il brano omonimo o, all’opposto, canzoni orecchiabili come My Guitar Wants to Kill Your Mama. Ci sono anche l’assolo di risata di Prelude to the Afternoon of a Sexually Aroused Gas Mask che prende per i fondelli il compositore classico Debussy e The Eric Dolphy Barbecue, dedicata alla memoria del musicista jazz scomparso qualche anno prima.
Quella
del compianto Neon Park (vero nome Martin Muller, scomparso a 52 anni nel 1993) è
un’arte che mescola psichedelia e pop, surrealismo e realismo magico,
influenzata negli ultimi anni della sua vita sempre più dalla pittura degli
indiani Hiucol del Messico, dove Park viveva con sua moglie per la maggior
parte dell’anno.
Tra le varie esposizioni personali che realizzò l’artista c’è Zen Voodoo del 2000
a La Luz De Jesus Gallery, la nota galleria di Los Angeles che ha lanciato con
poche altre il Pop Surrealismo e la Lowbrow Art nel mondo.
La stessa galleria dal 7 al 30 settembre scorso ha dedicato una mostra retrospettiva a Neon Park e una a sua moglie Chick Strand, scomparsa nel luglio del 2009.
Artista: Frank Zappa & The Mothers Of The Invention
Album: Weasels Ripped My Flesh
Design: Neon Park
Label: Bizzarre Records / Reprise, 1970
Click Different
Steve Jobs aveva un mito, Edwin H. Land, l’inventore
della Polaroid.
Land era un faro illuminante per Mr. Apple perché anche lui
ideava da sé le tecnologie della propria azienda.
E anche lui affermava che le
ricerche di mercato le fa chi non ha abbastanza coraggio a lanciare il proprio prodotto.
Dal 1929 in poi Land brevettò i fogli per polarizzare la luce che si usano
ancora in lenti, schermi e microscopi, e nel 1948 creò la celebre fotocamera
istantanea con pellicole autosviluppanti che, considerata dai più un
trastullo per adolescenti, divenne un cult per artisti come Warhol,
Rauschemberg, David Hockey e Mapplethorpe.
Land non poteva prevedere però che il fotografo newyorkese Les
Krims iniziasse a “dipingere” muovendo i fluidi dell’emulsione delle sue
polaroid mentre appariva l’immagine.
Altrimenti avrebbe brevettato lui
l’idea.
Fu da quella tecnica di deformare l’immagine nei due minuti
in cui appariva, ben illustrata nel libro Fictcryptokrimsographs di Kims del
1975, che lo studio Hipgnosis di Londra prese spunto per la copertina del
terzo album di Peter Gabriel, dove la rockstar ebbe il coraggio di mostrare
metà faccia deturpata dai fluidi mossi, così come ebbe quello di eliminare i
piatti dalla ritmica e inserire ritmi world music, influenzando molto rock
futuro.
Era prerogativa dello studio Hipgnosis inserire nelle
immagini di copertina i temi del disco, infatti quel ritratto alla Francis
Bacon narra il tema ricorrente dell’album, la malattia mentale espressa in
brani come Family Snapshot e No Self Control.
I pezzi di più successo saranno
però Games Without Frontiera e Biko, l’inno anti-apartheid dedicato
all’attivista sudafricano ucciso Steven Biko.
Dietro la sigla Hipgnosis c’erano due studenti del Royal
College of Art di Londra, Storm Thorgensorn e Aubrey Powell, a cui si aggiunse
il musicista e regista Peter Christopherson (Throbbing Gristle e Psychic TV).
Fu l’amicizia coi Pink Floyd nel 1968 che li spinse a utilizzare la camera
oscura della scuola per realizzare la cover dell’album A Saurceful of
Secrets.
Poi ne costruirono una in bagno e infine affittarono un
appartamento per aprire il loro primo studio. Il nome lo presero da un graffito
trovato sulla porta.
Dal ’68 al 1987 realizzarono le copertine delle più
importanti band inglesi, tra cui Pink Floyd, Genesis, Led Zeppelin e tante
altre, ma non fecero mai un preventivo né chiesero mai un compenso preciso.
Proponevano ai musicisti di fare un’offerta per il loro lavoro.
Per quanto
coraggioso, l’inventore della Polaroid non si sarebbe mai spinto a tanto.
E
nemmeno Steve Jobs.
Artista: Peter
Gabriel
Album: Peter
Gabriel
1980
Design:
Hipgnosis and Paul Maxon
Label: Charisma
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