Steve Jobs aveva un mito, Edwin H. Land, l’inventore
della Polaroid.
Land era un faro illuminante per Mr. Apple perché anche lui
ideava da sé le tecnologie della propria azienda.
E anche lui affermava che le
ricerche di mercato le fa chi non ha abbastanza coraggio a lanciare il proprio prodotto.
Dal 1929 in poi Land brevettò i fogli per polarizzare la luce che si usano
ancora in lenti, schermi e microscopi, e nel 1948 creò la celebre fotocamera
istantanea con pellicole autosviluppanti che, considerata dai più un
trastullo per adolescenti, divenne un cult per artisti come Warhol,
Rauschemberg, David Hockey e Mapplethorpe.
Land non poteva prevedere però che il fotografo newyorkese Les
Krims iniziasse a “dipingere” muovendo i fluidi dell’emulsione delle sue
polaroid mentre appariva l’immagine.
Altrimenti avrebbe brevettato lui
l’idea.
Fu da quella tecnica di deformare l’immagine nei due minuti
in cui appariva, ben illustrata nel libro Fictcryptokrimsographs di Kims del
1975, che lo studio Hipgnosis di Londra prese spunto per la copertina del
terzo album di Peter Gabriel, dove la rockstar ebbe il coraggio di mostrare
metà faccia deturpata dai fluidi mossi, così come ebbe quello di eliminare i
piatti dalla ritmica e inserire ritmi world music, influenzando molto rock
futuro.
Era prerogativa dello studio Hipgnosis inserire nelle
immagini di copertina i temi del disco, infatti quel ritratto alla Francis
Bacon narra il tema ricorrente dell’album, la malattia mentale espressa in
brani come Family Snapshot e No Self Control.
I pezzi di più successo saranno
però Games Without Frontiera e Biko, l’inno anti-apartheid dedicato
all’attivista sudafricano ucciso Steven Biko.
Dietro la sigla Hipgnosis c’erano due studenti del Royal
College of Art di Londra, Storm Thorgensorn e Aubrey Powell, a cui si aggiunse
il musicista e regista Peter Christopherson (Throbbing Gristle e Psychic TV).
Fu l’amicizia coi Pink Floyd nel 1968 che li spinse a utilizzare la camera
oscura della scuola per realizzare la cover dell’album A Saurceful of
Secrets.
Poi ne costruirono una in bagno e infine affittarono un
appartamento per aprire il loro primo studio. Il nome lo presero da un graffito
trovato sulla porta.
Dal ’68 al 1987 realizzarono le copertine delle più
importanti band inglesi, tra cui Pink Floyd, Genesis, Led Zeppelin e tante
altre, ma non fecero mai un preventivo né chiesero mai un compenso preciso.
Proponevano ai musicisti di fare un’offerta per il loro lavoro.
Per quanto
coraggioso, l’inventore della Polaroid non si sarebbe mai spinto a tanto.
E
nemmeno Steve Jobs.
Artista: Peter
Gabriel
Album: Peter
Gabriel
1980
Design:
Hipgnosis and Paul Maxon
Label: Charisma
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