"Ego Te Victima, Capio".
Murale, via di Boccea (sotto al G.R.A.) Roma, marzo 2018
Se passate sotto il GRA a via di Boccea, a Roma, potreste incontrare
questa mia opera.
Sono le vestali che scappano dalla Città Eterna per il
sacco dei barbari Galli del 390 a.C. portando in salvo i tre preziosi tesori di cui erano custodi: il fuoco sacro, la statua di Atena Palladio e la pianta di loto crinito (più info
su www.GRAArt.it).
L'ho dipinta qua perché più di 2300 anni fa è proprio da queste parti che passarono le vestali, scappando verso Caere (oggi Cerveteri).
Ma il fuoco sacro qui dipinto è la Terra della nostra
epoca, ridotta in fiamme, la statua è ormai in pezzi e i barbari è fin troppo evidente dunque che siamo noi.
Le modelle sono
la mia compagna Serena e le nostre figlie Sofia e Linda, che si sono prestate per questa mia ennesima tortura, pur sapendo che le avrei imbruttite con sguardi cupi e di rimprovero.
Passando da quelle parti farete caso al fatto che qualcuno ha scritto più volte sopra il murale in spray argento “Stik”, firmando a suo modo il muro e intestandosi in questa maniera la proprietà di quello spazio. Ecco, non avrebbe potuto esaltare meglio il senso della mia opera: è esattamente quell'istinto di appropriarci della bellezza comune che noi non saremmo mai capaci di creare, e di far propri i beni di tutti sfruttandoli a nostro comodo e piacere a discapito della comunità, che ci ha condotti a ridurre la nostra Terra in fiamme.
Grazie Stik, all'opera mancava proprio l'immagine e il concetto del barbaro. Ora è completa :)
Nessun commento:
Posta un commento