27 giugno 2016

Intervista ANSA (giugno 2016)


La personalità, il carattere, la bellezza di una donna emblema della femminilità e simbolo del cinema e della cultura italiana sono impresse all'ingresso di un mercato rionale, nella quotidianità della vita di Roma. Sulla doppia scalinata del Nuovo Mercato Andrea Doria, l'artista David "Diavù" Vecchiato ha realizzato due ritratti di Anna Magnani in "Campo de' Fiori" di Mario Bonnard e in "Mamma Roma" di Pier Paolo Pasolini. 
 Si tratta di una nuova tappa del progetto Popstairs, ideato dallo street artist e da Roma&Roma per la riattivazione culturale dei contesti urbani attraverso interventi artistici sulle scalinate della Capitale.
    Una settimana circa di lavoro per due opere da ammirare "da un preciso punto di vista frontale e a una certa distanza", come dice l'artista, e in cui, al tempo stesso, si può entrare dentro la "tela" salendo o scendendo le scale e creando un nuovo scenario per chi ammira il dipinto dal basso.
    "Nannarella è una delle donne della cultura e dello spettacolo che desideravo omaggiare - ha detto Diavù all'ANSA - perché è tra le donne che, tramite l'esempio che hanno dato a tante altre ragazze della loro epoca, hanno contribuito a cambiare i costumi della società italiana".
    Le scalinate, oggetto architettonico spesso dimenticato e vandalizzato, diventano le tele prospettiche di opere dedicate ai cittadini che, nella routine quotidiana, hanno la possibilità di vivere l'arte e di ricordare personaggi che li hanno rappresentati. Il progetto ha infatti prediletto soggetti femminili "popolari", scelti per la loro stretta relazione con il territorio: le opere di Diavù si aggiungono ai dipinti realizzati l'estate scorsa che raffigurano Ingrid Bergman di "Europa '51" di Roberto Rossellini in via Fiamignano, nel quartiere di Primavalle, Michèle Mercier a Corso Francia, che ha intepretato "Il Giovedì" di Dino Risi proprio sulla stessa scalinata e Elena Sofia Ricci, nel film di Magni "In nome del popolo sovrano", sulla Scalea Ugo Bassi a Trastevere.
    "Come le divinità di un tempo davano senso e significato ai racconti illustrati in quei dipinti, oggi queste moderne 'divinità' fanno lo stesso nelle mie opere - ha detto Diavù - La Magnani con in braccio un gatto dipinta in strada per me è come un'antica madonna col bambino dipinta in una chiesa, ha la stessa forza poetica". "Ma al di là del simbolo - ha aggiunto - io ho anche ricordi personali della Magnani perché da bambino andavo in vacanza a San Felice Circeo, dove lei aveva una casa, e per anni ho sentito dai miei nonni e da mia madre gli aneddoti che la riguardavano".
    Per l'artista le opere vanno oltre la riqualificazione urbana e la fruizione libera dell'arte. Tornare a modelli del passato, mostrare un'icona dell'intraprendenza, del coraggio, dell'ambizione e della forza femminile ha un valore sociale che non è secondario: "Se gli uomini italiani di oggi non sono a proprio agio con donne libere e forti e mascherano spesso la loro inadeguatezza o paura con la violenza - ha spiegato lo street artist - è anche perché i modelli offerti dai media sono spesso donne-oggetto che devono piacere ai maschi, prive di qualsiasi consistenza".
(QUI sul sito dell'ANSA l'intervista originale)

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