Un paio di settimane fa una o più mani armate di martello, mazzetta, o qualcosa di simile, si sono accanite sui ritratti di Anna
Magnani, Mario Monicelli e Sergio Citti che io ho realizzato sulla parete del
Cinema Impero in via dell'Acqua Bullicante a Roma, per promuoverne a modo mio - e anche da parte del progetto MURo - la sua riapertura (QUI leggete le mie ragioni ed altre info).
Quei colpi sul muro lo hanno scavato, cercando di trasformare
soprattutto Nannarella e Citti in quelle due scimmiette, la cieca e la muta,
del "non vedo" e "non parlo".
La vulnerabilità è nella natura stessa della street art.
L'intervento sopra un murale, per deturparlo o per usarlo come
background per una scritta, una tag, delle lettere in genere o un throw up
qualsiasi, è quanto di più prevedibile possa accadere.
Un artista questo lo sa, deve saperlo, ma è innegabile quando
una sua opera gode del rispetto dei writers e di chi ci pensa due volte a
scriverci su che ne sia contento e grato.
Ogni artista ha le sue ragioni che lo spingono a decidere di
realizzare opere così vulnerabili in strada. Io quando realizzo interventi in
città lo faccio soprattutto per riappropriarmi di un panorama urbano che voglio
restituire a mio modo ai cittadini, condividendo con loro il mio mondo (per far
pubblicità al mio lavoro da quando esiste il web uso mezzi meno invasivi).
Un'opera su un muro pubblico può parlarci dell'artista e del suo
universo, spesso è in forte relazione con lo spirito del luogo, con la
struttura, l'identità e la storia di quel luogo e, in questo dialogo, a volte
riesce addirittura a tradurre in immagine l'anima del quartiere dove quel luogo
si trova.
In quei casi grazie all’opera una parte di quest'anima appare
sul muro come per magia.
Ma, così come quello del writer che sente il bisogno di
marchiare anche quel territorio, anche il gesto del vandalo che sente
l’esigenza di rovinare un murale è parte del racconto di quell’opera.
Guardando quei segni che violano, umiliano, deturpano, proviamo
sensazioni come fastidio, tristezza, rabbia, oppure indifferenza. E quelle
sensazioni sono là a ricordarci chi siamo e registrano un nuovo piccolo passo
nella vita di quel quartiere che ospita l’opera.
Torpignattara , per esempio, di fronte al danno arrecato ai miei
ritratti al Cinema Impero ha deciso di non restare indifferente. Il Comitato di
quartiere mi ha contattato e mi ha chiesto se fossi stato disponibile a
restaurare il murale. Sono persone che amano l’arte e hanno rispetto del lavoro
degli artisti, per questo mi hanno chiesto di fargli un prezzo perché avrebbero
raccolto i fondi necessari per pagarlo.
Ve lo confesso, in realtà a me piacerebbe lasciarla così
l'opera.
La sofferenza della Magnani che sentivo io ora è molto più
chiara a tutti con quei violenti colpi di cieca ignoranza inferti nei suoi
occhi e sulle sue labbra, per cancellarli definitivamente.
Lei e Sergio Citti ora mi sembrano le vittime violate di un inquietante film horror.
Io, da artista, lascerei solo il sangue colante che vedo cadere
dai buchi ogni volta che passo di là, quello che forse cercava di far uscire
anche chi li ha colpiti.
Ma quei cinque ritratti prima di essere l’opera di un artista
sono una dichiarazione d’intenti di un intero quartiere, simboleggiano il
desiderio di chi ci vive di riappropriarsi di uno spazio che è nei bei ricordi
di adulti ed anziani, quel Cinema Impero che potrebbe diventare un centro culturale,
grazie al bel progetto partecipato di Cantiere Impero (leggi di più QUI).
Il Comitato di quartiere mi ha poi espresso la sua opinione
sulle cause di quel gesto di vandalismo che – secondo loro – ha poco a che fare
con la meschinità individuale, ma è una reazione organizzata e intimidatoria al
lavoro che stanno facendo loro, profondamente politico, di recupero di
quell’edificio Art Deco.
E provo ad esporvelo in breve.
Se in una struttura così grande, che giace defunta da più di 30
anni nel cuore di un quartiere popolare, tu cittadinanza non vuoi un
mega-locale per l’intrattenimento (dove il mercato dello spaccio troverebbe una
nuova miniera d’oro vicina al Pigneto) né un altro centro commerciale (dove
spremere ancora un po’ i cittadini e mandare definitivamente in rovina le poche
piccole attività rimaste in zona), ma bensì vuoi fare cultura e formazione
gratuita, è probabile che ti metti contro interessi molto grandi.
Nel progetto Cantiere Impero si parla di un centro per
proiezioni, mostre, laboratori, libri, prove per musica e teatro, incontri e tante di quelle attività culturali per
ragazzi che creano una comunità sana, che formano adulti migliori e che
rappresenterebbero in questo quartiere, come in tanti altri, l’unica grande
alternativa all’oratorio cattolico e allo sport – e soprattutto al calcio -
momenti della vita di un giovane degni senz’altro di rispetto, ma che non
possono essere l’unica occasione di impiegare il proprio tempo libero per i
figli di questo Paese, che sanno spesso a menadito vite di calciatori e veline
ma che quasi mai conoscono il nome di un regista, di un artista o di uno
scrittore. Né conoscono le storie dei loro quartieri, o delle loro stesse
famiglie.
Per questi motivi quel danno ai ritratti del Cinema Impero non è
un caso di ‘legittimo vandalismo urbano’. E per questi motivi io ho deciso di restaurare
quei ritratti che hanno molte ragioni di piangere sangue.
Qualcuno su facebook ha espresso dubbi sul costo del mio
intervento di recupero, stimato assieme al Comitato in 1000 euro. Mi è stato
chiesto di spiegare perché così tanti soldi, premettendo che se si tratta solo
di spese vive di materiali (come io ho già scritto in un post), è già troppo.
A questo punto voglio rassicurare queste ed altre persone che
nessuno sta pagando il mio lavoro (che sarebbe molto più caro di questa cifra,
in base alle valutazioni delle mie opere), bensì che il Comitato di
Torpignattara sta chiedendo – a chi generosamente vorrà contribuire all’opera
di restauro - una parte dei costi che io personalmente ho già affrontato e che
devo continuare ad affrontare, solo perché credo fortemente in questo progetto
Cantiere Impero e non perché mi avanzino soldi, anzi, devo ancora pagare il mio
fornitore proprio perché non li avevo…ma senza follia l’arte non c’è
d’altronde.
La tecnica che ho usato è lo stencil a più livelli (circa 10 a
ritratto, uno per ogni colore). Avrei dovuto tagliarli tutti a mano, ma avrebbe
richiesto giorni e giorni e - dal momento che quando mi hanno chiesto le opere e
ci siamo accordati su quei 5 ritratti questi erano da realizzare anche con una
certa fretta perché il Comitato aveva attirato l’interesse dalla Rai che
sarebbe venuta a breve a realizzare una diretta sulla riapertura del Cinema
Impero - ho dovuto ricorrere ad un service che fa tagli laser. Per ogni livello
utilizzato c’è una lastra di PET tagliata a laser, che funge da maschera e i
costi dei soli stencil per l'Impero che ho affrontato per lavorarci sono dunque
questi: 275€ Pasolini + 380€ Monicelli + 310€ Magnani + 145€ Franco Citti
+ 238€ Sergio Citti = 1357€. Ai quali immaginate di aggiungere un
centinaio di euro di tinte spray. In più, se aggiungiamo il materiale che
servirà per proteggerli in futuro - e le resine sono costose - superiamo i
1500€.
Quindi, di questa operazione, io artista mi sto sobbarcando
oltre al lavoro gratis parte dei costi, e non voglio sentire grazie ma bensì
sono io a ringraziare di cuore tutti coloro che stanno mettendoci come me del
proprio, compreso Giorgio che mi assiste nel realizzarli, i due Claudi che
hanno organizzato la raccolta fondi e tutti voi che state donando per far
iniziare il ripristino delle opere il prima possibile.
Infine voglio ringraziare proprio i cari vandali, perché senza il
loro danno non si sarebbe organizzata la raccolta fondi e io non avrei proprio saputo
come pagare in tempi brevi parte di quel materiale che già ho usato per la
realizzazione dei ritratti.
Aggiungo per chiudere – e per rassicurare proprio voi che state
investendo i vostri soldi sul recupero di questi dipinti - che la prossima
volta i vandali dovranno prendere a martellate, oltre a occhi, bocca e naso, anche le orecchie di quei
grandi della cultura italiana, se vogliono che non ascoltino le brutte
intenzioni nascoste dietro ai loro gesti.
Ma dovranno scavare una grotta profonda su quei volti per impedirmi di ridipingerli, perché la tecnica a stencil che ho usato mi permette di tornare infinite volte a restaurare velocemente tutto ciò che
rovineranno.
Confermo: sabato 24 maggio tra largo Perestrello e via della Marranella nell'ambito della festa di quartiere "Alice nel Paese della Marranella", dalle 15 alle 23 ci sarà un banchetto di raccolta fondi per il restauro delle opere di Diavu.
RispondiEliminaciao, vorrei contribuire, avete per caso attivato una racconta fondi online, tramite siti tipo Kickstarter o simili?
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