28 marzo 2018

XL COMICS. COME TUTTO COMINCIÒ, PROSEGUÌ, TERMINÒ.

“Oh no, Luca, pensaci bene, chi se ne frega dei fumetti deliranti che disegnavamo noi nelle
fanzine autoprodotte! Lascia perdere, non sai cosa ti aspetta, rimettere assieme quella
ciurma di fumettari è un’impresa rischiosissima, portiamo sfiga peggio dei disegnatori
di satira, abbiamo fatto chiudere tutte le riviste del passato!”
 

Dall’introduzione di David Vecchiato.

Sono gli ultimi giorni di questa mostra alla WeGil di Roma che celebra un'esperienza iniziata nel 2005 e conclusa nel 2013 sulle pagine del mensile de La Repubblica XL (eh si, alla fine abbiamo fatto chiudere anche quella di rivista).
Come tutto cominciò, proseguì e terminò lo scrissi qui, nel mio editoriale al libro "XL COMICS" della Panini che raccoglie tutte le storie a fumetti della prima parte di quel viaggio.  
Il volume di quasi 500 pagine si può acquistare QUI sul sito dell'editore.

La copertina di XL COMICS (Panini 9L)

XL COMICS.
COME TUTTO COMINCIÒ, PROSEGUÌ, TERMINÒ.

di David “Diavù” Vecchiato

Quando mi fu proposto di contribuire alla nascita di La RepubblicaXL stavo già realizzando ogni settimana da un paio d’anni il ritratto dei musicisti protagonisti della recensione principale per Musica! di Repubblica. Un pomeriggio del 2004 passai in redazione a consegnare l’illustrazione e là incontrai Luca Valtorta, appena giunto da Milano a Roma proprio per dirigere il mensile che avrebbe accolto l’eredità e il corpo redazionale di Musica!, già destinato alla chiusura. Con Luca ci eravamo conosciuti di persona qualche anno prima alla redazione di Tutto Musica e Spettacolo, perché fu lui a recensire in maniera entusiasta sul mensile della Mondadori il disco e il clip della mia band
del tempo, i Savalas, ma ci eravamo sentiti in realtà per la prima volta anni prima, a metà anni 90, quando lui era a Max e mi intervistò per Tank Magazine, rivista-esperimento di musica, fumetto,
cinema e altro in salsa delirante di cui ero ideatore e direttore.
Luca mi confidò che Tank era una tra le riviste di culture giovanili che aveva più apprezzato in passato e mi offrì di partecipare alla redazione di quello che sarebbe diventato La Repubblica XL. Abbiamo trascorso giorni e giorni del 2005 assieme negli uffici che sarebbero diventati la redazione, in cui io portai il mio contributo di idee al giornale in gestazione. Tra le varie cose Luca mi chiese di curare una sezione di fumetti prodotti appositamente, per dare al nuovo mensile uno spazio che offrisse al lettore non solo la possibilità di conoscere le uscite di edicola e libreria del mese e di leggere storie brevi di autori editi in varie parti del mondo, ma anche di scoprire una scuderia di bravi autori italiani che scrivevano e disegnavano ogni mese apposta per XL. Mi chiese in particolare che fine avesse fatto quel fumetto sperimentale cheaveva animato le fanzine e la cultura underground degli anni 90, che in alcuni casi era stato inquadrato in una seriosità d’autore - a volte autoreferenziale - con cui il concetto di graphic novel aveva preso piede in Italia, ma che in molti altri casi non aveva guadagnato una grande visibilità. “Oh no, Luca, pensaci bene, chi se ne frega dei fumetti deliranti che disegnavamo noi nelle fanzine autoprodotte! Lascia perdere, non sai cosa ti aspetta, rimettere assieme quella ciurma di fumettari è un’impresa rischiosissima, portiamo sfiga peggio dei disegnatori di satira, abbiamo fatto chiudere tutte le riviste del passato!”
Ma non ci fu nulla da fare, ormai Valtorta ci aveva aperto le porte del grande Gruppo Editoriale L’Espresso ed eravamo salpati verso quel lido che chiamammo IUK, l’Italian Underground Komix
di XL. Era come essere in una nave di pirati con l’open bar. Ricordo una cena a casa mia a Roma, con lui e Alessandro Staffa (in arte AlePOP), in cui si tenne la “seduta spiritica” che riportò in vita quello spirito maligno del fumetto grottesco, quel genere che era stato avvistato le ultime volte a ridersela grassa nelle fanzine underground da tirature di mille copie al massimo, mentre la maggioranza dei lettori si era incantata a piangere sia le riviste di fumetto da edicola, chiuse ormai quasi tutte, sia la buonanima di Andrea Pazienza, ultimo autore “popolare” dal quale il mercato serio del fumetto aveva potuto accettare la rottura delle regole.
Infatti agli inizi degli anni 2000 il fumetto d’autore non si affacciava quasi più in edicola.

Il Gli IUKKERS nel 2007 (foto di Barbara Oizmud). 
Da sinistra: Maicol, Mirco, Squaz, Diavù, Francesca Ghermandi, Alberto Corradi, Davide Toffolo, Massimo Giacon, Ratigher e Alessandro Baronciani

Dunque, in notevole controtendenza, assieme ad AlePOP che contribuì notevolmente alla nascita e allo sviluppo di IUK, io chiamai a raccolta: Massimo Giacon, Alberto Corradi, Squaz, Francesca Ghermandi, Davide Toffolo, Maicol & Mirco, Tuono Pettinato, Alessandro Baronciani e Ratigher, a cui poi si aggiunsero Pino Creanza, Ale Giorgini, Dr. Pira, e i tanti altri autori che hanno partecipato allo spazio XL Comics più o meno fissi o a rotazione, e che ritrovate ora nelle pagine di questo volume (a parte qualche defezione perché anche il mondo del fumetto è pazzerello come il rock ‘n’ roll). In quella “seduta spiritica” ci si rivelarono i personaggi fissi in stile grottesco-cartoon che volevano divenire i protagonisti del genere di fumetto che avremmo rilanciato in edicola (o meglio lanciato, visto che quel fumetto nato nell’underground non aveva mai avuto tirature come quelle
che avrebbe offerto il nuovo mensile de La Repubblica).
Da quel settembre 2005 a pochi mesi di uscite la sezione a fumetti di XL conquistò sempre più spazio, noi autori fissi ci ritrovammo a realizzare molti speciali e i nostri personaggi finirono sempre più spesso in storie dalle tematiche legate all’attualità, perché eravamo consapevoli che la formula della rivista mensile ci offriva la possibilità di occuparci di ciò che ci circondava e di farlo in tempo
reale.
La riforma scolastica di Mariastella Gelmini, Ministro della Pubblica Istruzione sotto il quarto governo Berlusconi – che ha provocato proteste di piazza da parte di studenti, genitori e personale scolastico – noi l’abbiamo riletta ricordando nello speciale Old Skull Musical la scuola primaria di quando eravamo bimbi, e ci siamo così presi in giro ironizzando su quel ministro e sulla sua riforma, entrambi impresentabili.

 
Gli IUKKERS a scuola, da bambini e da adulti
 
 L’omaggio a Pazienza abbiamo deciso che non doveva rivelarsi il solito “monumento” nostalgico e celebrativo, bensì un vivo ricordo dello stile senza filtri di Paz e dei suoi personaggi dissacratori che vivevano spesso vicende estreme, narrate con feroce ironia.
L’argomento Napoli è diventato il pretesto per raccontare il malaffare legato alla spazzatura. A proposito, abbiamo anche preso in giro degli “intoccabili”, come Giacon ha fatto col cadavere di Mario Merola rischiando di essere picchiato al Napoli Comicon del 2008, o come abbiamo fatto coi rapper italiani nello speciale IUK RAP, facendone arrabbiare qualcuno.
Assieme ai nostri personaggi siamo poi andati in giro per l’Italia, trasformando gli stand di XL in una carovana di XL Comics. Noi Iukkers abbiamo portato dal 2005 al 2013 i nostri segni in festival musicali e cinematografici, fiere di fumetto, fiere d’arte contemporanea e in tante altre occasioni ed eventi in giro per il paese, da Bolzano a Bari, da Lecce a Milano.

 Il La mostra di IUK-XL e, in fondo, lo stand de La Repubblica XL al festival Napoli Comicon del 2007

I nostri personaggi hanno incontrato musicisti, performer, artisti, registi e scrittori in queste avventure che ci hanno visto disegnare alcune delle storie che appaiono per la prima volta pubblicate in questo volume – come Amici miei / Italia Uè, realizzata durante un pomeriggio e una notte tutti assieme all’Italia Wave dell’edizione di Firenze del 2007, o L’ultimo miracolo di Elvis, disegnata da noi e scritta da Boosta dei Subsonica all’edizione di Livorno del 2010, Ritorno al passato, il report a fumetti di Maicol & Mirco dal Jamboree Festival del 2008, The XL of Horror di Alberto Corradi del 2010 o la mia collaborazione con Bugo, del 2008.

Una delle pagine tratte dal libro XL COMICS, con una storia di Macaco

Tutto ciò è stato portato avanti sempre trattando il fumetto come un linguaggio più che come un mercato. Dal momento che eravamo piuttosto liberi poiché non erano certo le nostre storie a determinare la quantità di copie vendute della rivista, potevamo sperimentare le varie possibilità espressive di questo mezzo, sebbene in poche pagine o nel breve periodo di una trasferta.
Migliaia di persone si sono portate a casa altrettante copie della rivista con le copertine dipinte velocemente da noi una a una a mano agli stand di XL, oppure hanno indossato le nostre t-shirt, si sono appesi i nostri poster, hanno acquistato i nostri gadget. O si sono fatti disegnare addosso da noi gli IUK Tattoo. Molti lettori li abbiamo spinti addirittura a visitare la mostra di art toys customizzati da grandi nomi del fumetto italiano, esposta sia a Lucca Comics del 2008 che alla MondoPop Gallery di Roma, spazio di cui io ho curato le mostre dal 2007 al 2012. Oppure hanno potuto visitare le mostre Urban Superstar Show che ho avuto l’onore di curare al museo MADRE di Napoli nel 2009 e nel 2010, con le nostre opere a fianco a quelle di grandi nomi della nuova scena dell’Arte mondiale: Gary Baseman, Buff Monster, Jim Avignon, Jon Burgerman, Boris Hoppek, Tokidoki e molti altri che abbiamo ospitato anche sulle pagine della rivista e durante gli eventi di XL Comics, per promuovere tra i lettori nuove tendenze dell’arte contemporanea come la Lowbrow, il Pop Surrealismo e la Street Art… che sono poi la principale attività di cui io mi occupo personalmente, al di là delle mie scorribande nel mondo del fumetto.

Diavù con Milo Manara all'Urban Superstar Show del Museo MADRE di Napoli (2009)

L’episodio zero della serie di documentari Muro – che ho co-ideatoe che curo per Sky Arte HD – è raccontato infatti nell’ultimo fumetto che ho realizzato al termine dei sette anni di collaborazione con La Repubblica XL: Street Art Stories #1, storia in cui i protagonisti non sono più i miei pargoli Macaco e Piteco, ma direttamente io alle prese col collega e amico Ron English, grande firma della Street Art internazionale, e con le riprese del documentario sul suo intervento artistico a Roma.
Quelli che leggete qui sono la prima vita di XL Comics. Nella seconda parte dell’esistenza della rivista, quando uscì in formatopiù piccolo e con meno pagine, i nostri personaggi lasciarono il foglio riquadrato della pagina a fumetti per diventare i protagonisti delle strisce. Ma questa è un’altra storia e mi auguro di raccontarvela al più presto, in un volume altrettanto ricco.
Per ora, buona lettura.

Il volume XL COMICS si può acquistare QUI sul sito dell'editore

 
Macaco di Diavù con il mitico Gilbert Shleton, papà dei Freak Brothers (2010)

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